Da L'UNITA' del 22-02-88
L'Itinerario colorato di Marini
Claudio Marini, oggi che si torna a guardare con rinnovato
interesse alle arti visive, è senza dubbio uno dei pochi pittori da
seguire. In mezzo a tante colate di colore senzameno gratuite e
indisponenti, in mezzo a tanti ismi che ci assalgono il cuore e
l'animo, Claudio Marini sa disciplinare l'immagine pittorica assieme
al segno che mai frettolosamente si insinua dentro la tela. Ora nel
suo studio dì Velletri ci si è come chiuso dentro lavorando con
grande passione e metodo. Metodo fatto di grande consapevole
poesia.
Ora ridisegna la mappa della sua storia pittorica attraverso anche
l'eliminazione dei superfluo. Ama Il fare pittorico e il gesto del
segno. Ama il muro come foglio di carta dove chi più chi meno
almeno una volta ci ha scritto qualcosa. Cancellazione e riproposta
del segno per sovrapposizioni di più segni sino a far diventare la
tela alcova di misteriosi itinerari.
Seguendo attentamente le sue tele ci si trova a scoprire sempre
qualcosa di nuovo e di luminoso. Ecco Claudio Marini sa di certo che
questa pittura è difesa da ogni tentazione di rapido consumo visivo
e questo ne rafforza la qualità pittorica e la pone in una situazione
di ricerca tra le più difficili e le più avanzate. Ma essere in questa
posizione non le esclude davvero di raggiungere risultati di
altissima poesia e di rara tensione che pretendono da chi guarda
una partecipazione costante e attenta per determinare e decifrare
i molti valori della materia e i sottili rapporti tra i segni e il
raggiunto equilibrio fra loro. Quando il colore, il segno invadono la
tela e diventa superficie vibrante e tesa la tattilità visiva di chi
guarda subirà sensazioni più uniche che rare. In fondo CIaudio
Marini ama tutto ciò che serve ad esprimersi; esprime le proprie
idee e concetti pittorici. Ama la tela, il colore, la grafite, la poesia
che trova lungo la strada. A volte anche Dylan Thomas, a volte
Arthur Rimbaud come anche Montale lo confortano fino al punto di
recuperare dalla !aro scrittura i segni da ridare sulla tela.
Segni che diventano una sorta di itiinerario poetico e colorato.
Insomma Claudio Marini è sicuramente pittore di effetti colorati,
calcolati, pensati e macerati nel proprio intimo. Non è pittore di
improvvisazioni clamorose. Con metodo continua a lavorare e
lavorare sodo per continuare la sua personale esplorazione del
segno e del colore senza mezzi termini né tentennamenti.
Bravo Claudio Marini. Enrico Gallian