Da NUOVO oggi CASTELLI del 9-Febbraio 2002
Le ferite e la speranza
con "L'OTTAVA NOTTE"
Personale di Claudio Marini
L'artista di Velletri torna al gesto forte
Torna alla Galleria Romberg di Latina uno dei punti di forza di Italo
Bergantini. Torna Claudio Marini con una mostra che farà parlare di sé,
perchè " L'ottava notte" è costituita da un gruppo di opere forti, 24 pezzi
in ferro di medio formato e una serie di carte , dove l’energia la fa da
padrone insieme al colore. Le lamiere trattate con la fiamma ossidrica ,
percosse,
forate, violate, aprono varchi che sono, vogliono essere, delle ferite. Te
le trovi di fronte ed hai la percezione che si tratti di quello che resta del
passaggio di proiettili o della rovina seminata da schegge esplose
insieme alla follia umana. Ma attraverso il colore, grazie a quelle macchie
che si intravedono da quei fori e da quelle lacerazioni sulla lamiera,
Claudio Marini riesce sempre ad imprimere un senso di positivo
ristabilimento degli equilibri.Dalla rabbia e dalla violenza con cui quelle
lamiere sono state trattate, siaprono varchi di speranza fatti di azzurro,
verde, rosso e giallo. La pulizia di quei colori è nuova materia che si apre
vergine e inviolata a nuove vite, nuove speranze, nuove esistenze che
hanno lasciato dietro di loro la violenza e la rabbia. Come se quegli istinti
primitivi e dolorosi fossero la necessaria premessa all’origine del nuovo,
del bello, della vita. I colori della natura come elemento rigenerante
dopo l’esperienza della morte, dopo le asprezze della vita, le violenze
dell’uomo. Dietro i buchi, le ferite, la natura vince e ricrea. Scriveva
nel 1990 Raffaele Gavarro a proposito di Marini… < E un senso
di meraviglia affiora da ogni foglio, dove i neri della notte si
moltiplicano, profondi azzurri marini emergono in superficie,
violenti rossi si coagulano all’aria, dove il cemento restituisce
una profondità illuminante, insospettabile vitalità>.
-L’autenticità di Claudio Marini è ancora integra, anche nella durezza di
queste lamiere che regalano ottimismo dopo essersi lasciate alle spalle
miseria e distruzione.