Dalla rivista AD, marzo 1992
Un ininterrotto diario d'umori e allusioni
Secondo un ormai lungo percorso, la pittura di Claudio Marini, che ha
esposto alcuni suoi DIPINTI a Palazzo Rondanini a Roma, si fonda su una
dimensione emotiva partecipata nella sua immediatezza, affidandosi dunque
ad una risoluzione gestuale anche quando la materia pittorica tende a
rapprendersi in una propria consistenza. Marini lavora in termini lirici, e i suoi
dipinti sono come le notazioni di un ininterrotto diario di incontri, accensioni
d'umori, d'allusioni, di memorie. Il suo esercizio pittorico s'affida ad una
condizione di sincerità espressiva, e risulta coinvolgente proprio implicando
nell'alta temperatura di una reiterata emotività d'accensioni, quasi in una sorta
di ansia di testimoniare il trascorrere d'un proprio vissuto immaginativo,
sensibilissimo ad ogni provocazione immaginativa e ad ogni
occasione, d'impatto visivo, o di ritorno memoriale. Ed è proprio in una di
mensione di memoria che sembra assestarsi il ciclo più recente delle opere
proposte.
Enrico Crispolti