Remo Brindisi Dal catalogo Claudio Marini 40a Biennale Internazionale di Venezia
... nonostante che il ciclo delle avanguardie storiche si debba ritenere chiuso e la ricerca pittorica si vada sempre più localizzando nella cura dei valori che investono la "qualità" pigmento spazio-temporale, Claudio Marini, al di là dell'inevitabile paternità alle quali un pittore dotato e ispirato fa sempre ricorso, ristruttura il gesto ( non la gestualità) in una dialettica razionale che non vive realisticamente sul quadro ma realisticamente nel pensiero. A voler intendere il senso e il significato che si dà oggi alla parola realismo, è come dire da noi non volersi intendere sul piano della cultura, cosa invece che intendiamo chiaramente nelle intenzioni (i quadri) di Marini; ove il realismo e la leggibilità dell'oggetto, chiaro invece nelle opere di Novelli viene completamente distrutto per lasciare autonoma e libera la forma del pensiero. Marini difatti dipinge la forma del pensiero e ne orienta in una toponomastica europea, gli orientamenti, le intenzionalità che risultano senza equivoci a cose, a luoghi a situazioni prendibili e palpabili fino allo spasimo del particolare. La sua presenza alla 40a edizione della Biennale premia questo scatto di qualità che Marini ha ben definito ponendo ipoteche sul suo lavoro futuro, naturalmente ipoteche sempre in "progress" e affascinanti dal punto di vista dell'avventura pittorica.
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